Neurochirurgia Spinale


La neurochirurgia sia essa della testa sia della colonna vertebrale si e’ evoluta negli ultimi anni grazie all’utilizzazione delle diagnostiche TAC e di Risonanza Magnetica. Nei tumori cerebrali queste moderne diagnostiche per immagini consentono di pianificare con accuratezza l’ intervento chirurgico in quanto offrono una precisa definizione e ubicazione del tumore stesso, ne deriva quindi un migliore approccio terapeutico che possa offrire una accettabile qualita’ della vita nonostante la gravita’ di una lesione di questo tipo e dell’organo colpito.
La nostra esperienza svolta presso un centro di neurochirurgia di referenza nazionale ( Arizona,USA) dove la TAC veniva utilizzata nello studio dell’idrocefalo per eseguire l’impianto dello Shunt ventricolo-peritoneale, e’ risultata preziosa per migliorare le terapie nei numerosi casi di idrocefalo che sono giunti presso la nostra clinica, riscontrato soprattutto nelle razze quali Pincher, Chihuahua, Maltese,Pechinese. Nonostante la gravita’ (spesso congenita) di questa patologia che ha una elevata ereditarieta’ genetica, abbiamo a disposizione delle terapie mediche oltre a quelle chirurgiche con buoni risultati clinici anche se sono terapie da somministrare per lunghi periodi o addirittura a vita.
La neurochirurgia nelle patologie del midollo spinale e’ diventata una terapia sempre piu’ diffusa con risultati straordinari soprattutto sulla rimozione delle ernie del disco intervertebrale (DIV), il disco puo’ erniarsi per cause traumatiche, degenerative o per entrambi di esse. La rimozione del materiale discale avviene tramite interventi quali la emilaminectomia ( nel tratto toraco-lombare colpito frequentemente nei bassotti e nelle razze canine di piccola taglia soggette a degenerazione condrodistrofica ove il disco intervertebrale degenera e perde elasticita’),lo slot ventrale (nel tratto cervicale come nel caso delle razze molossoidi, doberman, ed anche bassotti), la decompressione dorsale ( nel tratto lombo-sacrale colpito dalla c.d. sindrome della cauda equina o sindrome lombo-sacrale soprattutto nelle razze pastori ).
In 20 anni di lavoro dedicati essenzialmente a questo tipo di chirurgia specialistica accresciuta numericamente con l’ausilio della TAC grazie anche alla referenza dei colleghi con l’invio di centinaia di soggetti paretici/paralizzati per lesioni alla colonna vertebrale causata in maggioranza da ernia del disco,il nostro follow up clinico risulta estremamente incoraggiante per il recupero deambulatorio perche’ la TAC consente una identificazione accurata del sito da operare (minore invasivita’ chirurgica e migliore prognosi). Nei bassotti l’ernia del disco, conosciuta dai proprietari come "mal di schiena", rappresenta una patologia presente in eta’ giovanile ( a partire da 2-3 anni) infatti frequentemente siamo impegnati nell’intervento chirurgico in soggetti in questa fascia di eta’. Si consigliano vivamente i proprietari di bassotti di sottoporre ad esami radiografici o meglio ancora ad un esame TAC preventivo il loro cane anche senza segni evidenti di difficolta’ nel camminare o anche senza presenza di dolore.La degenerazione "condrodistrofica" rappresenta un quadro caratterizzato da una facile predisposizione all’ernia del disco (tipo Hansen I) associata sovente a sub stenosi del canale vertebrale nel transito toraco-lombare (quello compreso tra le ultime vertebre toraciche e le prime lombari ( da T12 fino a L2).La proverbiale vivacita’ dei bassotti li porta a traumatizzare la colonna con sollecitazioni ripetute quali saltare le scale, dal letto, dai divani accumulando microtraumi che la loro colonna non riesce ad ammortizzare.Ci siamo resi conto in tutti questi anni che il proprietario del bassotto ( ma anche di altre razze gia’ mensionate sopra) non si capaciti del fatto che in una eta’ poco oltre quella da cucciolo si possa sviluppare una lesione alla colonna tale da richiedere un intervento neurochirurgico!
Nel Pastore tedesco la sofferenza soprattutto dei nervi sciatici a causa di una degenerazione del disco L7/S1 con la relativa compressione e/o di un restringimento del canale vertebrale ( caratteristica postura delle gambe posteriori abbassate con perdita parziale del controllo delle urine) inizia gia’ dagli 8-10 anni di eta’. Anche in queste razze e’ consigliato un esame TAC preventivo della colonna lombo-sacrale e delle articolazioni coxo-femorali (anca) per diagnosticare in maniera inequivocabile se si tratta di un problema neurologico oppure ortopedico di osteoartrosi senile ( a volte purtroppo le due patologie coesistono nello stesso paziente) considerando che la prognosi e’ radicalmente differente.La decompressione chirurgica ritarda notevolmente l’insorgenza di quei segni clinici progressivamente invalidanti tipici di questa malattia neurologica spinale.Nello specifico di queste razze l’esame TAC consente di confermare od escludere se sia presente una ernia del disco che necessita dell’intervento a differenza della presenza una eventuale patologia grave quale e’ la mielomalacia degenerativa che non necessita di alcuna terapia chirurgica. Come appare evidente l’esame TAC risulta fondamentale nella diagnosi differenziale per queste patologie severamente invalidanti che possono presentare segni clinici sovrapponibili.
Nelle razze giganti (molossoidi) si manifesta una patologia prevalente nella colonna vertebrale cervicale con la presenza di ernia del disco associata ad una instabilita’ delle vertebre ( Sindrome di wobbler o CCSM) con conseguenze cliniche a volte gravi che si manifestano nei primi mesi di vita, si tratta anche in questo caso di una condizione ereditaria su base genetica, conseguentemente prima dell’ eventuale terapia medica o chirurgica e’ indispensabile un accurato esame TAC in quanto l’eventuale intervento chirurgico da eseguire ha delle varianti radicali a seconda che si tratti di sola decompressione del disco erniato oppure di stabilizzare le vertebre cervicali ( c.d. Wobbler a deficit dinamico con Spondilolistesi delle vertebre). Esame TAC quindi sia diagnostico sia come esame preventivo nelle razze con la "colonna a rischio" permettendo la scelta delle migliori terapie mediche che possano ridurre, ove possibile, il rischio dell’evento paretico o addirittura di una vera paralisi.